Il ristorante albergo Da Gin è una casa con la facciata in pietra, costruita agli inzi del 1900 e ristrutturata varie volte nel corso degli anni.
L’interno è caratterizzato da arridi antichi e moderni che si unisco in modo armonioso e ci accompagnano dall’ingresso fino alla sala, non esageratamente ampia ma ben curata, i tavoli sono pezzi di antiquariato che si abbinano con il parquet e i colori tenui delle pareti.
Se si guarda fuori dalla finestra si ci immerge nella natura ligure; uscendo in giardino si può godere di una splenda vista montagne e dal suono del torrente Pennavaire che scorre pochi metri sotto; in estate è una location perfetta per le vostre cene all’aperto immersi nella natura.
Da non dimenticare le 8 camere, tutte diverse l’una dall’altra, portano i nomi delle donne della famiglia Fenocchio.
Inoltre è presente una terrazza, anch’essa con affaccio sul bosco dietro la struttura.

Da Gin è aperto da marzo a novembre tutte le sere, dal mercoledì alla domenica, e a pranzo i festivi e le domeniche.

I rilievi calcarei e fossiliferi che circondano il comune sparso di Castelbianco, in val Pennavàira, formano un paesaggio quasi dolomitico: si sono infatti formati, come le Dolomiti, per l’accumulo dei resti di spugne, coralli e madrepore.
I calcari grigi di Veravo portano tracce evidenti di questi organismi marini vissuti 200 milioni di anni fa.
Vesallo, la prima frazione che incontra chi giunge da valle, sorge alle pendici del monte Alpe (1056 m), lungo la strada per il castello dei Clavesana, di cui oggi rimangono poche rovine.
Il santuario della Nunziata è stato costruito intorno al Mille.
La frazione di Veravo, sede comunale, è posta lungo l’asse viario antico di fondovalle, più a monte rispetto al tracciato attuale.
La parrocchia dell’Assunta è del XVII secolo. Nel paese anche la cappella di San Francesco e il palazzo detto “dei signori”.
Orèsine è una piccola frazione abbandonata dopo il terremoto del 1887.
Colletta, ultimo borgo di Castelbianco, dopo il completo abbandono è oggetto, dal 1991, di uno straordinario piano di valorizzazione che al restauro delle strutture originarie unisce l’innesto di tecnologie all’avanguardia: il paese è stato cablato ed è oggi il primo “villaggio telematico” europeo.
Le case in pietra locale, con le caratteristiche cornici bianche alle finestre, formano un nucleo compatto che dal Medioevo ha subito poche variazioni.
Il nuovo anfiteatro all’aperto sfrutta i terrazzamenti, e il “Laboratorio di Antropologia Storica delle Alpi Marittime” è ricavato in un’antica torre.
I bastioni rocciosi attorno al borgo sono meta di appassionati di free climbing, così come il monte Alpe (1056 m), raggiungibile anche in mountain bike partendo da Veravo. Un altro itinerario da Vesallo arriva a Zuccarello in Val Neva.